Simbolo per eccellenza di amore,
devozione, ammirazione, bellezza e perfezione, la rosa è uno dei
fiori di aspetto elegante più apprezzati da secoli. La ‘rosa degli
amanti’ è notoriamente in tutto il mondo quella rossa che, nella
mitologia, era il fiore sacro a Venere, la dea romana dell'amore, e
che è rimasta l’espressione immortale di romanticismo più
inconfondibile per dichiarare il sentimento di amore profondo e
appassionato a una persona speciale, soprattutto il giorno di San
Valentino. Regalate dai figli il giorno della ‘Festa della Mamma’
ancora in vita.
Presso numerose culture antiche le
rose rosse erano utilizzate come decorazione nelle cerimonie nuziali
e spesso per agghindare la sposa, così che sono rimaste legate al
matrimonio in alcuni Paesi come simbolo di amore e di fedeltà.
A seconda della sfumatura del rosso
dei petali, la rosa esprime emozioni diverse: quella intensa, sincero
rammarico e dolore; il carminio, le fantasie erotiche; il cardinale,
una fortissima attrazione; l’amaranto, il desiderio provato da
lungo tempo; quella accesa come fuoco, le fiamme della passione; il
porpora, promette solennemente amore eterno.
Dalla tonalità calda e vibrante come una fiammata di fuoco, la
rosa arancione trasmette un messaggio di energia e di entusiasmo, di
orgoglio e di fervore, ma anche di fascino, di intensa attrazione e
di desiderio appassionato quasi come le rose rosse.
La rosa color pesca è un simbolo di modestia, che però esprime
anche un sincero apprezzamento e l’ottimismo per il futuro.
La rosa gialla esprimeva gelosia, inganno, tradimento e infedeltà
in epoca vittoriana, mentre nella cultura moderna evidenzia
sentimenti puramente platonici: un’amicizia appagante, l’affetto,
l’accoglienza, la gioia del prendersi cura che riscalda il cuore
trasmettendo il calore del sole e il senso di esuberanza.
Le rose dai petali gialli chiari sfumati in rosa pallido sono un
tradizionale simbolo di socialità, dedicato anche all’amico sempre
presente nei ricordi.
Una dozzina di rose bianche – considerate il ‘Fiore della
Luce’ – indicano purezza, castità, riservatezza, lealtà e
rispetto. Associate al nuovo inizio come tutti i fiori bianchi,
rappresentano anche l'amore giovanile, mentre in bocciolo indicano a
una ragazza che è troppo giovane per legarsi sentimentalmente.
In alcune culture native americane e in quella occidentale, è la
‘rosa della sposa’, simbolo di felicità nella cerimonia nuziale
tradizionale, mentre in Scozia il fiorire di una rosa bianca in
autunno è inteso preannuncio di un matrimonio precoce. Nel Galles,
le rose immacolate sono il simbolo del silenzio e dell'innocenza,
così spesso adornano le tombe dei bambini, mentre uno di questi
fiori è portato addosso dagli orfani nel giorno della ‘Festa della
Mamma’. Simbolo di umiltà, di riverenza e di spiritualità come
ogni fiore candido, le rose bianche rappresentavano la purezza della
Vergine.
Le rose dalla corolla sfumata dal bianco al verde – colore
dell'armonia, della fertilità, dell’opulenza che trasmette un
senso di pace e di tranquillità – sono il migliore augurio di una
nuova vita prospera o della ripresa in salute.
La rosa lilla rivela l’incanto e la prima emozione d'amore,
mentre quella in tonalità lavanda o quasi viola esprime un senso di
maestosità, di splendore regale, ma anche l’amore a prima vista e
il desiderio, pur rimandando al simbolismo della magia,
all’avvertimento di procedere con cautela e discrezione.
Non presente allo stato naturale, ma ottenuta in modo artificiale,
la rosa blu è considerata un fiore sfuggente che incarna il
misterioso e il desiderare l'irraggiungibile, compreso il
fantasticare nella speranza di prodigi, nuove opportunità e
possibilità.
Le rose rosso scurissimo tendente al nero trasmettono sensazioni
di addio e di morte, quindi sono dedicate ai defunti, ma segnalano
anche la fine di un sentimento, di una relazione amorosa o di
un'idea, ma anche l’aspirazione a un cambiamento significativo in
futuro.
Due rose manifestano affetto, innamoramento, fidanzamento o
promettono un futuro matrimonio.
Tre rose rappresentano il legame esistente tra una coppia di
innamorati e, per tradizione, celebrano l’anniversario di un mese.
Sei rose dichiarano di avvertire la mancanza dell’amata e il
coinvolgimento sentimentale a qualunque età, giovanile o matura.
Sette rose esprimono la presenza di un’infatuazione.
Nove rose rappresentano la volontà di rimanere per sempre legati
alla propria partner.
Dieci rose attestano che la relazione amorosa è davvero perfetta.
Una dozzina di rose asseriscono di desiderare legarsi all’amata
per tutta la vita, per averla accanto soltanto per sé. Tredici rose
dimostrano amicizia all’infinito.
Quindici rose rivelano il proprio dispiacere.
Diciotto rose sono inviate per scusarsi.
Venti rose svelano la sincerità dei sentimenti che si provano.
Ventuno rose palesano la dedizione amorosa.
Due dozzine di rose esclamano di appartenere all’amata.
Venticinque rose presentano le congratulazioni.
Tre dozzine di rose rendono manifesto di sentirsi perdutamente
innamorati.
Quaranta rose attestano che il proprio amore è autentico.
Cinquanta rose palesano un sentimento amoroso incondizionato.
Un mazzo di rose aperte in fiore ringraziano con riconoscenza.
Di
straordinaria bellezza naturale, la rosa fu consacrata a Venere, la
dea dell'amore, dagli antichi Romani. Nella mitologia greca, Clori (o
Cloride), la dea dei fiori, diede origine alla prima rosa tramutando
una ninfa trovata senza vita allo scopo di preservarne tanta
avvenenza. Afrodite, la dea greca dell'amore, le attribuì parte
della sua appariscenza; Dioniso, dio dell'energia naturale, le regalò
un profumo indimenticabile; le tre Cariti, divinità della bellezza,
le donarono splendore, fascino e gioia; Zefiro, dio del vento di
Ponente, soffiò tra le nuvole per spazzarle via così Apollo, dio
del sole, riuscì a fare fiorire quella che fu subito designata come
la ‘Regina dei fiori’.
Secondo una leggenda medievale, le prime rose apparvero
miracolosamente per salvare una fanciulla innocente condannata
ingiustamente a morte sul rogo. In seguito alle preghiere per
ottenere la liberazione, le lingue di fuoco si spensero, la legna che
stava bruciando si tramutò in rose rosse e quella ancora da ardere
in rose bianche.
RELIGIONE E ARTE
Nel Cristianesimo, la rosa – il
‘Fiore della Madonna’ – fu di sovente raffigurata
nell’iconografia religiosa anche con i Santi e la tonalità rossa
fu adottata come simbolo del sangue versato dai martiri cristiani.
Secondo una leggenda popolare, in origine la rosa cresceva soltanto
in Paradiso ed era priva di aculei, ma questi comparvero sullo stelo
quando il fiore spuntò sulla Terra così che gli uomini ricordassero
sempre i peccati e la caduta dello stato di Grazia dopo che Adamo ed
Eva furono cacciati dall'Eden.
Tra le numerose raffigurazioni delle rose citate dalla storia
dell’arte, quelle più ricche di particolari furono dipinte dal
‘Raffaello dei fiori’, Pierre-Joseph Redouté (1759-1840),
pittore del Lussemburgo ricordato per la pubblicazione di oltre
duemila acquarelli che rappresentavano più di 1.800 specie floreali
diverse. Il pittore e litografo Henri Fantin-Latour (1836-1904) fu un
prolifico pittore di fiori, in particolare di rose, oltre che di
nature morte e di ritratti di gruppi di artisti e scrittori parigini.
Con questi fiori si cimentarono artisti francesi come Pierre-Auguste
Renoir (1841-1919) e Claude Monet (1922-1924), tra i massimi
esponenti dell’Impressionismo, e il post-Impressionista Paul
Cézanne. Nel ‘900, straordinarie sono state le opere dedicate alle
rose da due famosi artisti statunitensi: la pittrice Georgia O'Keeffe
(1887-1986) e il fotografo Robert Mapplethorpe (1946-1989).
(informazioni “pescate” nella rete”).
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Poesia
ELOGIO DI UNA ROSA
Rosa
della grammatica latina
che forse odori ancor nel mio pensiero
tu
sei come l’immagine del vero
alterata dal vetro che
s’incrina.
Fosti la prima tu che al mio furtivo
tempo
insegnasti la tua lingua morta
e mi fioristi gracile e
contorta
per un dativo od un accusativo.
Eri un principio
tu: ma che ti valse
lungo il cammino il tuo mesto richiamo?
Or
ti rivedo e ti ricordo e t’amo
perché hai la grazia delle cose
false.
Anche un fior falso odora, anche il bel fiore
di
seta o cera o di carta velina,
rosa della grammatica latina:
odora
d’ombra, di fede, d’amore.
Tu sei più vecchia e sei più
falsa, e odori
d’adolescenza e sembri viva e fresca,
tanto
che dotta e quasi pedantesca
sai perché t’amo e non mi sprezzi
o fori.
Passaron gli anni: un tempo di mia vita.
Avvizzirono
i fior del mio giardino.
Ma tu, sempre fedele al tuo latino,
tu
sola, o rosa, non sei più sfiorita.
Nel libro la tua pagina
e' strappata,
strappato il libro e chiusa la mia scuola,
ma tu
rivivi nella mia parola
come nel giorno in cui t’ho
“declinata”.
E vedo e ascolto: il precettore in posa,
la
vecchia Europa appesa alla parete
e la mia stessa voce che
ripete
sul desiderio di non so che cosa:
Rosa, la
rosa
Rosae, della rosa…
da "Poesie"
(1919)
(Marino Moretti)